Naturalmente colombiano! Davanti a una tazza di caffè la conversazione diventa più gradevole e rilassata. Il caffè è senza dubbio per molti di noi un piacere irrinunciabile. A condizione che si tratti di un buon caffé e ahimé noi italiani facciamo purtroppo fatica ad abituarci alle miscele provenienti da torrefazioni straniere, per non parlare di quanto siamo selettivi nel giudizio sulle modalità di preparazione... Come molti miei compatrioti non gradisco brodaglie e mi rifiuto di bere pozioni con un retrogusto di bruciato...nei miei viaggi mi rassegno al caffè di Starbucks e mi permetto di sorseggiare le miscele Dallmeyer in Germania, ma a casa...beh...a casa la pausa caffè è un felice intermezzo nel turbinio della vita quotidiana. Fino a ieri un intermezzo tutto italiano. Poi nella mia vita è arrivata lei, DivaRosa e il caffé si è trasformato nel primo luogo d'incontro tra culture lontane. Il caffé: per entrambe un'abitudine costante, un rito rassicurante che prevede solo alcune piccole differenze nel modo in cui si conduce: una fra tutte, l'infusione nel pentolino, alla maniera delle nostre nonne.
Esistono anche in Colombia diversi modi di servire il caffè, ma è prevalente la tendenza, soprattutto a Bogotà, a servirlo in piccole tazze tipo espresso, con lo zucchero a parte. Si tratta in questo caso di una tazza di 'tinto' (già... in Colombia questa parola non designa il vino rosso) che tradizionalmente si beve a digiuno appena alzati. Se il tinto viene invece macchiato con latte, prende il nome di 'perico' o 'pintado' e si trova normalmente sul tavolo della colazione.
Grazie a DivaRosa ho preso l'abitudine di servire un 'tintico' (diminutivo di tinto) anche ai miei ospiti, che sembrano gradire...perciò che ne dite ora di un caffè?
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