Ospite:

Benvenuti nel salotto italiano di DivaRosa. Fa gli onori di casa Marta, amica e fan della divina.
Accomodatevi, pure...in fondo, "Mi casa es tu casa!"

Mi casa es tu casa

domenica 2 ottobre 2011

Hecho en Colombia con Amor cap. 2 - Benvenuti in Colombia!

26 agosto 2011

La giornata è iniziata all’insegna di una buona e ricca colazione in uno dei Café disponibili nel complesso dell’Hotel. Era stata pianificata affinché si potesse godere di un certo grado di relax prima degli impegni dei giorni successivi e così ci siamo diretti prima al vicino Unicentro (http://youtu.be/rizC22GcsOQ) per proseguire poi verso il Centro Andino (http://www.centroandino.com.co/2006/index.htm) un altro grosso centro commerciale nel Nord della città dove poter pigramente passeggiare (fuori comunque pioveva) guardando le vetrine. A questo punto aggiungo una nota, che ritengo importante per il visitatore. A differenza delle città Europee, le zone più ricche e fashion non si trovano nel cosiddetto ‘centro’: a Bogotà infatti la parte più ‘elegante’ e ricca si trova al Nord , mentre quella più povera si estende nella zona sud. Il centro di Bogotà è costituito dal quartiere della ‘Candelaria’, nucleo storico della città, considerata comunque area ‘povera’ dagli abitanti.
A pranzo ci siamo fermati al piano della ristorazione dove sono presenti diversi ristoranti che si affacciano sulla medesima area allestita con tavoli. Il vantaggio è che ciascuno dei componenti del nostro gruppo ha potuto spaziare su diverse specialità locali ed internazionali per effettuare la propria scelta. La mia è andata ad un ‘Sancocho  con pescado’. In Colombia esiste una ricca varietà di zuppe, una delle quali è appunto il Sancocho, che può includere carne o pesce (http://youtu.be/neW8AIw3qfA ). Insieme alle specialità della gastronomia colombiana abbiamo ordinato dei succhi di frutta tra cui i più strani (ma apprezzati) sono stati il succo di lulo (http://poorbuthappy.com/colombia/files/01-07-04%20153.jpg) e il succo di guanabana (https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKUF8OEJwZYR-Ogm8JTitS-x4UandH5I4pjOjs0WG2VvpMepd6y5dYfANQeReUTp-lQR4YW6iZL3t04Gb09OwfnPvaoC8GYs5R5hKjr0ZlBAZWhHUTdb2TChvdGCOee2KTQbe3_GSMHdE/s1600/planta+Guanabana+anticancer.jpg ), il nostro preferito in assoluto, diluito nel latte per un cocktail eccezionale! I succhi non mancano mai sulla tavola e accompagnano i pasti insieme alla birra (spesso mescolata ad una bibita gasata chiamata ‘Colombiana’ e all’acqua). Per il caffè ci ha raggiunto Marcela Salazar con la quale avevo pianificato un pomeriggio di chiacchiere e lavoro (ricordate? E’ lei la mente dietro il progetto DivaRosa). Marce ed io abbiamo presto lasciato il centro Andino, mentre il resto del gruppo avrebbe proseguito senza fretta lo shopping per concludere il pomeriggio con una prima visita della città in taxi. Seconda nota importante: il costo dei taxi a Bogotà è irrisorio (e ce ne sono tantissimi: circa 300.000).Ci siamo spostati ovunque in taxi spendendo una media di 7000 pesos per una mezz’ora di tragitto (circa 2.50 Euro), tuttavia è bene sapere che all’uscita degli uffici il venerdì è piuttosto laborioso trovarne uno libero e che se ci si reca fuori città, non si trovano taxi per tornare indietro, ammenocchè non si effettui una prenotazione con anticipo. Con l’auto di Marcela (una Nissan Micra) siamo subito andate a visitare l’atelier di ZOOKA (https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6GDX6EUwuzMfdGYn53e2aPnAVNI0qgesCP_JK74q8qowq3wVw-m7ShtqDBqp5-zCixVW4BvNiG6oUgyu_VF00_5wqAwFLrr9_PkY5hzf3Gj8g4FfQyGgg0BefNqRwEP7_Mm0_dSZGtrs/) , il punto vendita DivaRosa a Bogotà, situato in una via molto carina dove si trovano diverse botteghe antiquarie…il luogo ideale per DivaRosa e il suo particolarissimo stile!
Dopo aver conosciuto una delle socie di Zooka e aver scattato un paio di foto con Marcela nell’atelier, siamo uscite per proseguire il giro, ma una chiamata sul cellulare di Marcela ci ha fatto deviare dal cammino e mi sono ritrovata ad accompagnare la mia amica presso la prima casa privata colombiana, anzi bogotana, della mia esperienza di viaggio. Ora, non c’è niente che ami di più in un viaggio che visitare o essere ospitata in case private…e questo non perché sia tirchia, ma perché è il modo migliore per entrare in contatto con la gente e la cultura del luogo. E’ di fatto però un atto molto ‘intimo’ che va vissuto con molto rispetto e apprezzamento e in quel momento non mi sentivo pronta. Anche perché mai mi sarei immaginata che la mia prima esperienza di ospitalità avrebbe avuto luogo in una casa di un personaggio molto noto in Colombia (un’icona della TV) - cosa che mi ha creato inizialmente anche un certo imbarazzo – ma mi ha dato l’opportunità di dare un primo sguardo sullo stile di arredamento delle case di ‘design’ bogotano.
Per motivi di privacy non posso mostrarvi qui le foto che ho scattato, ma quello che mi ha colpito principalmente sono stati due elementi: il richiamo allo stile british (uso del legno per le boiseries e il pavimento e la presenza del camino - importante in un clima con sere e notti relativamente fredde e case non attrezzate con il riscaldamento) e il richiamo alla cultura ‘meticcia’, cioè ad una confluenza di culture diverse (indigena, europea e africana) che ho ritrovato in alcuni elementi di arredo (ad es. geometrie degli stampati, , la forma e i colori del servizio da thè, una giraffa in legno e l’immagine di una zebra riprodotta in un quadro). Dopo una piacevole chiacchierata, siamo ripartite per il nostro giro, non prima di aver ricevuto dal padrone di casa un invito rivolto a tutta la famiglia per una merenda tipica bogotana (e come rifiutarlo!), conosciuta con il nome di ‘Las Onces’ (http://www.bogota.gov.co/portel/libreria/php/x_frame_detalle.php?id=44227) e che normalmente si svolge intorno alle 5 del pomeriggio, un tempo come mezzo per stemperare il freddo della sera e oggi come rituale sociale tipico. Ma torniamo alla giornata del 26: ripartiti dalla carrera 7 (a Bogotà le strade che vanno da Ovest a Est si chiamano 'calles', mentre quelle che portano da Nord a Sud 'carreras'), una delle arterie principali della città, proseguiamo per il 'barrio' di Rosales dove si trova l'appartamento di Marcela. La casa è uno dei tantissimi edifici con facciata in 'ladrillos', cioè in mattoni rossi che si trovano un po' dappertutto lì, per due motivi principali: la facilità di reperimento dell'argilla con cui sono fatti e il fatto che abbiano una funzione di accumulo termico, cioè si scaldano durante il giorno e restituiscono il calore nella notte. L'appartamento di Marcela le assomiglia molto e naturalmente assomiglia molto anche alla nostra DivaRosa. e potete vederne alcune foto nel primo album qui alla sinistra. Ci scambiamo dei regali e subito ci impegnamo a registrare un'intervista per le amiche Italiane di DivaRosa (non anticipo però nulla qui...) Il tempo passa veloce in compagnia di Marcela e dei suoi due tesori pelosi, due bassotti chiamati Popeye e Toto e infine vengo riaccompagnata in albergo, in tempo per cambiarmi velocemente. Alla sera infatti ci attende un altro invito: questa volta a casa dei nostri amici Bogotani…Ahhh, per cena la nostra amica Luz ha preparato una specialità santaferena (cioè di Bogotà, conosciuta anche come Santafé di Bogotà) che ci ha lasciati a bocca aperta e che io continuo a ricordare con nostalgia: l’Ajiaco (http://youtu.be/3CNnup1fib0). Nella sostanza si tratta di una zuppa di patate, ma ….non di una semplice zuppa di patate. Se viaggiate in Colombia, ricordatevi di provarla! La cena in Colombia è costituita normalmente solo da una ciotola di zuppa e personalmente trovo che l’abitudine di una ricca colazione, seguita da un pranzo leggero ma sostanzioso e da una cena frugale, come è costume in Colombia, sia una combinazione ideale per sentirsi bene. Nonostante il recente viaggio con cambio di fuso orario e grazie alla piacevolissima ed allegra compagnia, ci siamo trattenuti fino a tardi e dopo un solo giorno di permanenza in Colombia, la sensazione generale era già quella di trovarci a casa….Continua.