Da molti anni nei paesi industrializzati del primo mondo le donne rifiutano il cliché che le vuole 'regine del focolare', quasi che, avanzando questo titolo, l'unico posto, in cui avrebbero il diritto di esprimere autorità e creatività, fosse la cucina. Per estensione, dunque, tutte le attività associate alla cucina hanno assunto nel tempo delle qualità negative, svalorizzanti e generazioni di donne si sono impegnate a ridurle al minimo necessario grazie all'uso di sughi pronti, cibi precotti e surgelati.
Lo stesso ambiente ampio e accogliente tipico delle case del passato si è trasformato in 'angolo cottura' o si è allargato fino ad inglobare il salotto in un 'open space'. Il 'focolare' , in breve, si è dissolto come concetto primigenio e con esso tutti i valori positivi a cui era legato.
In questo salotto condividiamo appieno la visione 'mistica' che ha DivaRosa della 'cucina' come momento 'magico' di creazione e luogo di incontro in cui servire nutrimento al corpo attraverso il cibo e all'anima attraverso l'intimità condivisa dall'umanità raccolta intorno ad un tavolo. Crediamo infatti che questa 'chiave di lettura' dovrebbe essere riconsiderata come più corretta e che quindi dovrebbe essere fatta un'operazione di grande rivalutazione del 'rituale' della preparazione e della condivisione del cibo.
Nei paesi latini, il momento dei pasti è stato per moltissime generazioni, e per alcuni di noi ancora lo è, il fulcro della vita familiare e il momento in cui si rinforzavano vincoli e si trasmettevano valori e insegnamenti. In una dimensione come questa, ritengo dunque che nessuna donna dovrebbe sentirsi svalutata o relegata ad una funzione marginale, al contrario - e senza dubbio - dovrebbe poter invece affermare con orgoglio d'essere, a pieno diritto, regina del focolare, signora del luogo più sacro e intimo della casa.